Il singolo dell’artista estratto dall’EP “Lividi e Ferite” sugli stores digitali
e nelle radio
“Giungla”, singolo dell’eclettico artista Livido estratto dall’EP “Lividi e ferite”, è sui principali stores digitali e dal 15 settembre nelle radio in promozione nazionale. "Giungla" è un brano che richiama lo spirito combattivo, che cerca di rimettere ordine alle idee e di avere il controllo anche in un momento caotico e in un ambiente ostile come può essere quello di una giungla, corrispondente sia al confusionario stato emotivo dell'essere umano, sia all'ambiente che lo circonda e che quindi lo può mettere in difficoltà. Nel brano si passa dal sentirsi un essere indifeso e confuso alla figura di un cacciatore, che imbraccia il suo "fucile”, una chiara analogia delle sue capacità e del suo coraggio nel superare gli ostacoli. Il senso del tempo nella giungla, così come quando ci si perde nei propri pensieri, tende a perdere di significato e la testa si ritrova a combattere contro sé stessa per sopravvivere, dal testo infatti: “Tic tac/tempo balla tip tap/Regalo qualche chicca/voce distorta che poi mi clippa/Tic tac/testa balla il tip tap/Ora si è dipinta/La tinta da sola si è respinta”.
A volte tendiamo a voler fare le cose guidati dall'impeto e questo, così come nella giungla, può farci cadere in una trappola, ecco il senso della barra: "Il tempo passa di un tratto per dire di non strafare/eppure sfugge di scatto e come una trappola appare/Ora è un tempo problematico/Non veste un abito/Sembra apatico/come queste gocce quanto spazio no/aspetta un attimo/L’uscita all’albero/dove”.
Dopo un periodo in cui tutto sembra andare male e in cui l'unica risposta sembra l'apatia, risollevarsi e avere la forza di andare avanti significa riuscire a trovare l'unica uscita. In tutto questo chi è rimasto a criticare il tuo comportamento e il tuo modo di essere, si è accorto tardi che in realtà si trattava del percorso giusto e ora che sono loro a sentirsi persi, non sanno come uscirne, perché purtroppo la loro fede ha sempre abbracciato un falso Dio; in particolare si gioca con il fatto che con "vita retta" si intenda una vita giusta e corretta, quando questi invece percorrono una via storta, convinti che sia il sentiero giusto: “Sotto un pensiero colto/animo contorto/Fa vita retta perché il tuo Dio è storto/La gente giudica/Ma quanto giudica/Sei diverso e ti ripudia e poi si illumina/Non capiscono sé stessi perché sono persi/sono persi/sono persi”.
Storia dell’artista
Il mio interesse per la musica si è concretizzato effettivamente tra il 2017 e il 2018, nonostante mi sia interfacciato a questo mondo già anni prima, seguendo le lezioni di chitarra classica e successivamente passando ad un approccio che preferiva la chitarra acustica, guidato da un ottimo maestro che mi ha invitato per la prima volta a cantare in pubblico. Tornando al periodo citato inizialmente, ho cominciato a creare i miei primi beats, con una tale passione che non avevo mai provato per nessun’altra cosa e sono stato spinto da questa a visionare centinaia di video formativi, dedicando molto del mio tempo a dare forma alle emozioni e ai sentimenti che provavo, consapevole che quella dedizione era necessaria per comprendere il più possibile il programma con cui avevo a che fare e con il genere musicale a cui mi sentivo di appartenere.
Quindi nasco come beatmaker, con l'esigenza mentale e direi addirittura fisica di fare musica, di creare, di dare vita a qualcosa di mio, che fosse condivisibile con gli altri. Con il tempo, seguendo i consigli di tanti artisti, più conosciuti e no, ho cercato di alzare sempre di più l'asticella e ancora continuo a farlo, con lo scopo di conferire ai miei brani maggiore qualità e migliore impatto emotivo. Ad accompagnare la musica poi ci sono state le parole e con esse il vero e proprio concetto di ritmo, di metrica e di flow, un macro-mondo che raccoglie nel tecnicismo una delle più belle espressioni individuali dell'arte musicale, a mio parere. Sono stato rapito dall'insieme di queste due cose, dalla musica e dal testo, due aspetti strettamente legati per il mio modo di vedere il tutto e vicendevolmente influenzabili l'uno dall'altro. Vorrei concludere dicendo che la mia musica rappresenta uno strumento per sopravvivere, per vivere e condividere, nient'altro. Una compagna a cui dedicare anima e corpo, per tutto ciò che mi ha dato e che mi sta dando. L'EP “Lividi e Ferite” è solo il primo passo di una lunga serie.
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