Lo so.
Avrete appena letto questo titolo e penserete che si tratti di un
refuso, che io non conosca affatto la lingua inglese o... ancora
peggio, che io abbia deciso di sposare le tesi dei jihadisti di
Daesh, i terroristi “tagliatori di teste”. Niente di tutto
questo. Il titolo è la perfetta riproduzione del mio pensiero e non
ha nulla a che fare con movimenti integralisti arabi. Ciò che voglio
dire è che la meritocrazia è una sana istituzione contro la quale
l'Italiamappare sempre più vaccinata. Accade che un Assessore di
Pinerolo ripeta un giorno sì e l'altro pure il termine “sfigati”
per indicare coloro che sono più sfortunati (economicamente,
socialmente, fisicamente).Tutto ciò allo scopo di criticare la
presentazione di una mozione sul baratto amministrativo,
irrealizzabile secondo lui, degno di un servizio giornalistico
secondo Milena Gabanelli di Report. Ex-Ministri della Repubblica
definiscono i giovani italiani “choosy”, bamboccioni, viziati,
figli di papà, ancora “sfigati” (se non si laureano in tempi
stretti). Altri, attualmente in carica, ne contestano l'attaccamento
a principi costituzionali e la non propensione a cambiar Paese per
lavorare. Il pendolarismo dei nostri avi, nell'era globale, è fatta
di biglietti Ryan Air o Freccia Rossa anziché di treni, tram e
autobus, lenti, affollati ed inquinanti. In tutti questi discorsi che
vorrebbero allinearci alla mentalità del Nuovo Millennio mancano
principi cardine della Società precedente e di cui, sostanzialmente,
sento la mancanza. La qualità, il talento... non sono contemplate.
La nostra vita e la nostra felicità ne pagano le conseguenze.
Benvenuti nel futuro: Italia sgozz talent.
Pier Giorgio Tomatis
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