Scelgo la giornata di ferragosto per parlare della
solitudine. Lo faccio ovviamente a titolo personale, non pensando di rappresentare gli uomini, ma
solo me stesso.
Ogni storia ha le sue caratteristiche, per cui non pretendo
di definire l'uomo medio, ma ciò che la vita mi ha insegnato nel bene e nel
male.
Oggi mi sento molto solo. Mi manca tanto il sorriso di mia
figlia, la possibilità di abbracciarla e giocare con lei. Sono un uomo separato
come tanti che, in un regime di affido condiviso, vede saltuariamente quello
che reputo essere il mio amore più grande.
La solitudine ha molte facce a mio avviso… a volte è una
necessità per ritrovare se stessi, a volte invece è una condizione imposta che
può essere molto dolorosa.
Io credo che vivere
senza relazioni sia una condizione anormale per le persone.. come direbbe
qualcuno, siamo “animali sociali”. E certi affetti hanno un significato
maggiore di altri.
I problemi nascono quando, nonostante magari ci sia un
legame, la comunicazione non funziona. Può accadere tra amici, con il proprio
partner, nei luoghi di lavoro.
A volte sembra che siamo maestri nel crearci difficoltà
nelle relazioni. A questa cosa ho trovato spesso associato, nelle situazioni
che ho vissuto, il concetto di paura.
A chi non è mai capitato di stufarsi di parlare con
qualcuno, perché tanto è tempo perso?
Ti sforzi di mostrare (e non è sempre facile) quello che
sei, le emozioni che provi e dall'altra parte ti trovi un muro che rimbalza
indietro le tue parole. Non necessariamente è un muro alzato per cattiveria.
Ci sono persone che, per mantenere il proprio equilibrio,
non possono permettersi di far entrare dentro di sé le altre persone a livello
emotivo.
Per cui sono in perenne fuga da se stessi e dagli altri.
Sono torri costruite per proteggere il proprio status quo, e se provi a
toccarle con un dito si sbriciolano.
La loro unica soluzione è.. scappare dai problemi, negarli,
oppure reagire in modo aggressivo quando si sentono minacciate.
Per il mio carattere, spesso in una sorta di
complementarietà che poi si scopre non essere affatto tale, ho incontrato
spesso persone con dei meccanismi di difesa del proprio Io piuttosto simili.
Sono uno che ha perseverato negli errori… e questo mi ha
fatto sentire solo anche quando avevo una compagna al mio fianco.
Mi ritengo una persona introspettiva, riflessiva, capace di
leggere gli stati emotivi degli altri.. per assurdo tale caratteristica
all'inizio viene apprezzata, però quando le relazioni diventano più “strette”
questa cosa spaventa.
Reazione tipica nei miei confronti (scomodo una definizione
della psicoanalisi):
- Identificazione proiettiva: è un processo di proiezione delle
qualità percepite come "cattive" dell'Io sull'oggetto relazionale, e
successiva identificazione al fine di esercitare un controllo su di esso.
Proiettando sull'altro le proprie qualità inaccettabili l'Io può sviluppare
l'illusione di poterle dominare dall'esterno.
In parole più semplici: incontri persone che si arrabbiano
con te quando vedono che tu hai un difetto
identico al loro. Ti fanno un mazzo così, perché non accettano in realtà
dentro di sé quella caratteristica, per cui invece di prendersela con se
stessi, attaccano gli altri… perché attaccare se stessi è molto più difficile e
doloroso!
Dialogare con soggetti che fanno un uso massiccio di questo
meccanismo di difesa, in base alla mia esperienza personale, è veramente
frustrante.
Se fai un'osservazione, rischi di ricevere una risposta che
nega la situazione, se poi dall'altra parte c'è una donna, notevolmente più
abile dell'uomo nella comunicazione, sei finito!
Puoi avere mille ragioni, ma la situazione verrà ribaltata
in base alle più astruse argomentazioni, rievocando situazioni passate, i tuoi
errori compiuti magari 10 anni fa e avrai SEMPRE torto a prescindere!
A volte la solitudine per me è stata legata a vicende di
lutto o di dolore. In certi momenti, anche le parole più belle di consolazione
risuonavano vuote dentro la mia testa. Mi accorgevo che solo il tempo poteva
guarire certe ferite. Anche se le cicatrici restano lì a ricordarti il passato.
In questo periodo, nonostante sia single, non sto cercando
“nessuna” per tappare un buco. Quando ero più giovane era più complicato: stare
da solo era molto frustrante, mi sentivo vuoto, anche perché le aspettative, i
sogni, se hai 20 anni o 40 sono diversi.
Ora, non più ragazzino, credo che la cosa più importante sia
stare bene con se stessi: fare pace con i propri ideali non realizzati,
accettare quello che la vita ci ha riservato… non in modo passivo, ma come
punto fermo per ripartire ogni volta..
Per me non è affatto facile, è uno sforzo che devo compiere
quotidianamente. Anche svuotarsi dalle sciocchezze che ci propina la nostra bella società non è semplice..
Siamo tempestati di cavolate su come devi essere per piacere
agli altri.. ci sono riviste, di cui non faccio il nome, che mi fanno vomitare
solo a leggerne i titoli. Sei un “vero uomo” (….) in base agli addominali, a quanto sei un mago
a letto, a quanto sai rimanere giovane nell'aspetto, alla dieta e alla
palestra.
Io non dico che una persona non debba tenere alla propria
salute e ad avere un aspetto fisico piacevole.. ma certe cose sono al limite
del grottesco.
Quindi, cari editori che guardate solo al profitto,
andatevene a quel paese. Gli eterni Peter Pan (e lo dico da frequentatore di
palestre) mi fanno pisciare addosso dal ridere..
E il bello è che molti non si rendono conto di quanto si
rendono stupidi di fronte alle donne. Pensano che un cm in più di bicipite sia
fondamentale. Forse.. se il tuo
obbiettivo è fare il buffone o cercare il sesso di una sera.
Purtroppo, le abilità cerebrali contano (molto di più) di un
fisico scolpito nei rapporti “seri”.
Leggevo qualche giorno fa su “Sette”, supplemento del
Corriere della Sera, di una ricerca che è stata svolta per capire se i
“bellocci” avessero più successo con le donne rispetto a uomini normali e
magari con la “pancetta”.
Ebbene, se il figo di turno ha certamente più chances al
primo incontro, di qualsivoglia natura, l'uomo “medio” è invece percepito come
più rassicurante in un rapporto duraturo.
Non sono del tutto chiari i meccanismi di ciò.. anche se le
ipotesi dei ricercatori propendono verso la percezione che la donna ha di una
persona “troppo bella”: se non dimostra altre qualità, viene vista come
potenzialmente infedele, molto dedita al culto della propria persona e meno
disponibile ai compromessi di una vita di coppia.
Alla fine, credo che per far fronte alla nostra solitudine,
non sia importante trovare mille cose da fare per arrivare stanchi alla sera in
modo da non dover pensare.. ma trovare, almeno per me, quei pochi, ma
significativi rapporti umani che ti fanno alzare alla mattina anche quando non
hai voglia.. qualcuno di speciale.
Come direbbe qualcuno, in una frase che mi ha molto colpito
e cerco di fare mia ogni volta che sono triste: “voi siete la mia vita, il
resto è sopravvivenza”.
Roberto Arrotta (Collaboratore Prince4Rent)
Prince4Rent è la prima agenzia di servizi nata per coprire le molteplici esigenze che una donna sola può incontrare.
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